Gli anglicismi: dall’inglese all’italiano
Gli anglicismi sono parole o espressioni di origine inglese che i parlanti italiani usano tutti i giorni prendendole in prestito direttamente dall’inglese o adattandole come se fossero italianizzate. È un fenomeno normale che una lingua ha per creare nuove parole. Ultimamente però, molte voci come quella dell’Accademia della Crusca, mettono i parlanti in allerta per un uso esagerato e superfluo di anglicismi che potremmo perfettamente sostituire con parole italiane.
Questo perché molti, giovani ma anche settore specifici come medici o manager, preferiscono usare le parole inglesi per una patina fashion e d’avanguardia che possono trasmettere. Insomma la differenza sta tutta qua, come tra i due termini “Direttore” e “Manager”, stesso significato ma diversa percezione.
E spesso assistiamo a una vera e propria battaglia tra puristi dell’italiano e non. Anche perché quando un anglicismo viene riconosciuto come stabile nell’uso della lingua ha diritto a fissarsi nei dizionari dell’Italiano.
Di fronte agli anglicismi è lecito chiedersi quindi se sia giusto accoglierli o se varrebbe la pena difendere la bellezza, la storia e la profonda varietà dell’italiano.
In questo articolo però non rispondiamo alla domanda, ma analizziamo il percorso che fanno gli anglicismi: dall’inglese all’italiano!
Gli Anglicismi più recenti
Cancel culture
~ Cultura dell’annullamento o cultura della cancellazione
ETIM Voce ingl., comp. di (to) cancel ‘cancellare’ e culture ’cultura’
Covid free
~ Di luogo o ambiente in cui non sono presenti soggetti affetti da Covid-19, perché non raggiunto dal contagio o come risultato di apposite misure di prevenzione e controllo: isola Covid free; treno Covid free
ETIM Voce ingl., comp. di Covid(-19) e free ‘libero’; propr. “senza Covid(-19)”
Covidiota (co-vi-diò-ta) agg., s.m. e f. (pl.m. -i) (iron.)
Che, chi ignora le misure di sicurezza anti-Covid, mettendo a rischio sé stesso e gli altri. (spreg.) Anche, che, chi rispetta le norme di sicurezza anti-Covid, detto da chi non crede all’effettiva esistenza o pericolosità del Covid-19
ETIM Comp. di Cov(id-19) e idiota, sul modello dell’ingl. covidiot
Green pass
~ (med.) Passaporto vaccinale
ETIM Voce ingl., comp. di green ‘verde’ e pass (v.)
Mutare (mu-tà-re) v.tr. (gerg.)
~ Rendere muto, silenziare (riferito in particolare alla riproduzione di materiale audiovisivo su dispositivi elettronici e piattaforme online):: mutare il microfono di un partecipante; mutare un video
ETIM Dall’ingl. (to) mute ’zittire’.
Next Generation EU
s.f. invar. (polit., econ.)
~ Fondo istituito dall’Unione europea per sostenere la ripresa economica degli Stati membri colpiti dall’epidemia di Covid-19, soprattutto mediante il finanziamento di progetti di innovazione digitale ed ecologica; nel linguaggio giornalistico è detto anche recovery fund.
ETIM Voce ingl., propr. “nuova generazione dell’Unione europea”
Smartabile (s·mar-tà-bi-le) agg.
~ Di lavoro o attività, che può essere effettuato a distanza con l’ausilio di strumenti informatici
ETIM Der. dell’ingl. smart (v.)
Workation
~ Vacanza che consente di lavorare da un luogo di villeggiatura, alternando attività di svago agli impegni richiesti dalla propria professione
Cringe
Per indicare qualcosa che è estremamente imbarazzante, per il quale si prova vergogna. Il significato di questa parola in inglese è infatti “strisciare”, “farsi piccolo”, nel senso di nascondersi e diventare quasi invisibile per la vergogna. L’uso di questo termine è diventato più diffuso a seguito della pubblicazione di alcuni video su YouTube intitolati “Try Not to Cringe”, una sorta di challenge nelle quali gli utenti si sfidavano a non provare imbarazzo davanti a delle scene particolari.
Crush
Se 10 anni fa si parlava di cotta, oggi si parla di crush. La sbandata per un compagno di scuola, per un attore o un cantante viene declinata allo stesso modo anche al di fuori del web.
Da verbi inglesi ad anglicismi italiani
1) To tag: letteralmente significa “etichettare, contrassegnare”. Sui social lo utilizziamo quasi sempre, come verbo alla prima coniugazione italiana ““taggare”. Viene usato per associare a un profilo di un nostro amico su Facebook o un follower su Instagram, un’immagine o un video. È sufficiente far anteporre il nome della persona, dal simbolo della chiocciola “@”, e il gioco è fatto!
2) To flag: letteralmente, significa segnalare qualcosa o qualcuno. Quando “Flagghiamo” sui social, significa che segnaliamo dei commenti o dei followers che non si attengono alle regole di una community. Ad esempio: “Mister X continua a dire parolacce sul forum. Dovremmo flaggare i suoi commenti”!
3) To ban: vietare. È la contrazione del verbo “to banish”, bandire. “Bannare” un utente sui social, significa escluderlo dall’accesso di un forum, una chat ecc. nel caso continui a violare le regole della “netiquette”. Ad esempio:”Dobbiamo bannare Pinco Pallino perché continua a dire le parolacce”.
4) To swipe up: Che significa “Scorrere”, è usato soprattutto su Instagram. Il termine, che può essere utilizzato anche come nome, “Lo Swipe Up”, consente di inserire link nelle fotografie o video. Come suggerisce la parola, i collegamenti si attivano scorrendo verso l’alto.
8) To troll: l’etimologia di questo termine è molto curiosa: secondo la mitologia scandinava, i Troll erano delle creature umanoidi che vivevano nelle foreste dotate di un grosso naso, coda e dal folto pelo, simile a un orco. (How creepy!”).“Trollare” significa postare dei messaggi offensivi o denigratori su un social, una chat o un forum. Ad esempio: “Piantala! Vai a trollare in un altro social!”
10) To spam: letteralmente significa “Inondare di posta elettronica inutile”. Sui social, quando vogliamo fare i simpaticoni, è possibile “spammare” un nostro amico/a taggandolo in varie foto e continuando a commentarla, in modo tale che continuino ad arrivargli delle notifiche.
Speriamo che questa breve guida sul percorso che fanno gli “anglicismi: dall’inglese all’italiano” ti tornerà utile nella tua vita.
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